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o media conoscenza della lingua, ma riescono con
l’impegno e la costanza nello studio a raggiungere un
discreto livello di integrazione e buoni risultati scolastici.
L’integrazione per loro risulta meno agevole per i
problemi linguistici, a livello sociale risultano in una fase
di transizione fra lo stretto legame con la propria
comunità cinese e le nuove conoscenze con i compagni
di classe. Ricordiamo che i ragazzi cinesi sono molto
timidi e riservati, questa loro caratteristica non agevola la
conoscenza dell’altro. In questa fascia intermedia si
collocano anche i bambini nati in Italia, ma che per
un’abitudine diffusa nella comunità cinese, dopo pochi
mesi dalla nascita vengono portati in Cina, perché
crescere un figlio in Cina costa meno, ci sono i nonni
preferibilmente paterni che possono prendersi cura di
loro, i genitori in Italia sono impegnati nel lavoro con ritmi
che conosciamo. Questi ragazzi seguono la scuola in
Cina e rientrano in Italia o dopo la scuola elementare,
quindi verso gli undici anni di età o addirittura al termine
della scuola media cinese. Spesso hanno nomi italiani,
ma della lingua e della cultura italiana non hanno niente.
All’ultima fascia, quella del “grande problema”,
appartengono i ragazzi cinesi che arrivano in Italia per
ricongiungimento familiare in età adolescenziale, ma che
sono nati in Cina, hanno terminato la scuola media
cinese, in alcuni casi l’hanno interrotta per seguire i tempi
burocratici dei ricongiungimenti, e si iscrivono alla scuola
superiore italiana, ovviamente senza sapere neanche
una parola della lingua italiana. Questi studenti
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