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oltre il 70% delle presenze. La convivenza non è facile,
specialmente quando i ragazzi migranti non conoscono la
nostra lingua e la mancanza di comunicazione alimenta i
pregiudizi, i luoghi comuni e la distanza sociale. Se
l’integrazione per i ragazzi stranieri, di lingue affini a
quella italiana, non presenta particolari criticità, in quanto
riescono ad apprendere con una certa rapidità la nostra
lingua, i ragazzi asiatici, in particolare cinesi, presentano
tempi di apprendimento più lunghi, questo fatto non
agevola il rendimento scolastico e, soprattutto, spesso
rappresenta un vero e proprio ostacolo alla
socializzazione con i coetanei.
Usando un “pensiero critico”, di impronta
tipicamente cinese, possiamo analizzare il problema
问
问
有
scomponendolo in tre categorie di studenti: 1) 没有问问
没
(méi yŏu wèntí) “non c’è problema”; 2) 小小问问 (xiăo
问
问
wèntí) “piccolo problema”, 3) 大问问 (dà wèntí) “grande
问
大
问
problema”. Mi spiego, gli studenti che appartengono al
primo gruppo sono quelli nati in Italia e che hanno
seguito la formazione e l’educazione scolastica in Italia,
non hanno problemi né scolastici, né tantomeno di
integrazione, sentono di appartenere alla cultura italiana.
Questi ragazzi spesso non conoscono la lingua cinese
nazionale (il mandarino), parlano prevalentemente il
dialetto cinese dei propri genitori e solitamente non
sanno scrivere in lingua cinese. Nel secondo gruppo ci
sono i ragazzi stranieri arrivati in Italia negli ultimi anni
della scuola elementare o media, che hanno una scarsa
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